Come sono nati i big data e come vengono utilizzati dalle imprese

L'importanza del big data digitalizzazione aziendale

Stando ai dati elaborati dagli studiosi, ogni persona presente sul pianeta, produce circa 1,7 megabyte di dati al secondo. Tali numeri fanno riferimento soprattutto ai vari post che tutti i giorni vengono pubblicati sui social network come Facebook o Instagram, dagli utenti. I big data o meglio conosciuti con il termine italiano grandi dati, corrispondono a quel flusso in continua crescita legato al business digitale. Attualmente infatti le aziende riescono a sviluppare innovative e nuove opportunità proprio grazie a questo mezzo. Nello specifico i big data digitalizzazione aziendale sono integrati alle tecnologie di intelligenza artificiale e sono riusciti a divenire nel corso del tempo, lo strumento perfetto per il mondo del marketing, come indicato nel dettaglio al seguente sito savinosolution.com.

Nascita dei big data

I big data non sono altro che dei flussi di dati strutturati che circolano sia all'esterno che all'interno delle singole aziende. L'importante è però in questo caso comprendere l'utilizzo che viene fatto di questi dati. Appare chiaro d'altronde che per gestirli sono necessari metodi ed apposite tecnologie per non rischiare di alterare in alcun modo le leggi sulla privacy. La creazione dei big data risale al XXI secolo, periodo nel quale Doug Laney, un analista di mercato, riuscì per la prima volta ad identificare questi dati con le tre V: velocità, volume e varietà. Il termine velocità fa riferimento alla necessità di gestire questa grande quantità di dati in tempi non troppo lunghi, il volume invece ha a che fare con l'archiviazione degli stessi ed infine la varietà prende in esame i vari tipi di formati in cui vengono strutturati, quindi mail, audio e video. Da questo concetto emerge in modo chiaro l'importanza della variabilità dei big data che tendono a crescere continuamente e molto velocemente. Naturalmente occorre però anche valutare con attenzione la veridicità di tali informazioni, che dovranno essere abbinate e relazionate in modo sistematico. E' possibile affermare con certezza che in realtà i big data siano nati ufficialmente solamente negli anni sessanta del XX secolo e l'archiviazione dei dati iniziò ad avvenire tramite computer, viste le dimensioni alquanto enormi riportate. Dopo dieci anni, questa pratica venne lasciata in gestione completamente dal mondo digitale utilizzando dei vari sistemi anche differenti fra loro. Con la nascita del personal computer infatti, ogni singola persona ha la possibilità in maniera del tutto automatica di accedere ai big data. A conferire un nuovo rigore allo sviluppo di tale informazioni fu infine la creazione del web agli inizi degli anni '90 mentre verso il 2000 la necessità di creare reti di edifici che fossero collegati fra di loro è divenuta impellente.

Come le imprese di piccole e medie dimensioni utilizzano i big data

Oggi sembra convinzione diffusa che le piccole e medie imprese non riescano a sfruttare a proprio vantaggio tutte le tecnologie come i big data, in quanto essi sono ad uso esclusivo delle grandi imprese. Vi è poi un'altra opinione diffusa che concerne il costo d'investimento, considerato essere troppo elevato. Tutti questi dubbi però sono stati attualmente superati dall'impiego di Cloud, in quanto aiuta anche le piccole e medie imprese ad utilizzare i big data, senza dover per forza di cose fare enormi investimenti in campo economico. Per poter sfruttare al meglio i big data occorre però precisare che queste informazioni devono essere gestite, archiviate e classificate nel migliori dei modi altrimenti non portano i loro frutti. La realtà evidenza tuttavia come ad oggi solamente il 12% di tali imprese impieghi i flussi di dati nel modo corretto.