La fontana del Moro e la Fontana del Nettuno a Piazza Navona

Quando si pensa a Piazza Navona, viene subito alla mente la spettacolare fontana del Bernini al centro della Piazza, una suggestiva immagine romantica, una cartolina d’altri tempi che ispira subito il desiderio di una vacanza romana, alloggiando proprio nei pressi della famosa piazza, magari in uno di quegli hotel boutique a Roma, così ospitali, eleganti, accoglienti, originali in cui sentirsi coccolati e viziati. Piazza Navona, però, non è solo la Fontana del Bernini e la Chiesa di Sant’Agnese in Agone; spesso la bellezza di Roma si nasconde nelle piccole cose e nei dettagli e a Piazza Navona ci sono due dettagli sotto gli occhi di tutti, ma quasi sempre inosservati o notati con distrazione, si tratta delle due fontane poste alle due estremità della piazza: la Fontana del Moro e la Fontana del Nettuno.

La fontana del Moro

Posta sul lato meridionale della piazza sotto le finestre del ricco Palazzo Pamphilij – attuale sede dell’Ambasciata del Brasile – la fontana fu realizzata nel 1574 durante il pontificato di Gregorio XIII (Boncompagni). Inizialmente la fontana era posta su una base di travertino con due scalini e circondata da una balaustra, alta 35 cm, con 12 colonnine in marmo per “difenderla” dagli urti dei carri e dei cocchi che animavano il traffico della piazza. La vasca – in pietra mischia – era ornata di mostri marini, da un drago e da un’aquila, entrambi simboli araldici dello stemma della famiglia Boncompagni. I quattro angoli della fontana rappresentavano quattro tritoni con la buccina e mascheroni che, originariamente, dovevano essere collocati sulla Fontana del Trullo a Piazza del Popolo. Il centro della fontana era ornato da un semplice gruppo scultoreo di scogli dai quali zampillava l’acqua. Per volere di Innocenzo X, nel 1652, Bernini restaurò la fontana e vi appose un gruppo scultoreo raffiguranti tre delfini che sorreggevano una lumaca da cui zampillava l’acqua. Fu l’unica modifica apportata dal Bernini, in sostituzione degli scogli al centro, e la fontana fu subito ribattezzata “la Lumaca”, e non piacque né ai committenti, Pamphilij, né alla gente del popolo e nel 1655 il gruppo scultoreo centrale fu sostituito con l’attuale “Moro”, una statua in marmo raffigurante un’etiope in lotta con un delfino, ma che in realtà voleva rappresentare un muscoloso tritone che sfugge a un delfino e realizzata da Giovan Antonio Mari, uno scultore alle dipendenze del Bernini stesso. In un secondo momento, Bernini modificò la fontana eliminando i gradini e la balaustra, ampliando la vasca e portandola a livello del suolo, conferendole la maestosità che possiamo contemplare ancora oggi.

La fontana del Nettuno

Sul lato opposto della piazza, si trova, invece, la Fontana del Nettuno, un tempo nota anche come Fontana dei Calderari perché adiacente alle botteghe dei fabbricanti di catini e vasi di rame. La fontana fu realizzata nel 1574 da Della Porta e per molti anni fu trascurata e abbandonata a se stessa. La fontana rimase priva di decori fino al 1873, quando il comune di Roma emise un bando di concorso per restituire dignità all’opera di Della Porta, l’opera fu così assegnata allo scultore siciliano Zappalà e al romano Della Bitta. A Zappalà fu affidata la realizzazione del gruppo di cavalli marini guidati da fanciulli, sirene in lotta con i mostri marini e putti alati che giocano con i delfini, mentre a Della Bitta fu affidata la realizzazione del Nettuno con tridente che si difende da una piovra avvinghiata alle gambe e posto al centro della fontana e dal quale prende il nome.

Ebbene, il prossimo soggiorno a Roma, se alloggiate all’hotel Teatro Pace, proprio a due passi da Piazza Navona, un boutique hotel raffinato e di buon gusto, non perdete l’occasione di soffermarvi nella Piazza, non solo a contemplare la grande opera del Bernini, ma ad apprezzare anche i dettagli che contribuiscono ad arricchire l’immagine e la grandiosità di una delle piazze più belle del mondo.