Le Isole di Tahiti nell’arte e nel cinema

La Polinesia ha da sempre il suo fascino discreto, ma neanche troppo, ed è grazie ad esso che  è sempre riuscita a conquistare non solo chi è alla ricerca di relax e tranquillità lontano dal caotico occidente ma anche molti personaggi famosi che hanno trascorso qui parte della loro vita, tra i più illustri troviamo Paul Gauguin e Marlon Brando, che trascorsero qui gli ultimi anni della loro vita.
Gauguin fu uno degli artisti più influenti del suo secolo ed arrivò a Tahiti nel 1891 per poi trasferirsi definitivamente nelle Isole Marchesi, egli si trova infatti sepolto a Hiva Oa, nel cimitero di Calvaire ad Atuona.
Si dice che egli abbia trovato qui la sua pace interiore e che, ispirato dalla luce che ogni mattina avvolge l’Isola, riuscì a creare le sue opere più comunemente apprezzate.
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Tetiaroa e Marlon Brando

Il celebre attore americano scelse la Polinesia come rifugio dopo aver girato il film ‘’Gli ammutinati del Bount’'’.
Egli scelse di vivere a Tetiaroa, alle isole della Società, lasciando che il mare dalle mille sfumature e le spiagge bianchissime lo avvolgessero e gli regalassero spettacoli unici.
Attualmente l’atollo appartiene alla famiglia Brando che ha deciso di costruirvi un eco-resort lussuoso progettato in maniera tale da fondersi con l’ambiente circostante senza rovinarlo, un luogo magico scelto da molti.

Gli ammutinati del Bounty

Fu anche il cinema a rendere celebre l’arcipelago della Polinesia Francese, sdoganando le sue meraviglie affinché tutto il mondo ne venisse a conoscenza.
Fu proprio il film in cui recitò Marlon Brando e che lo fece innamorare del luogo a celebrare, a livello internazionale, la Polinesia e in particolare l’ammutinamento più famoso nella storia della marina inglese.
Il film narra infatti un storia realmente accaduta nel 1789, quando una nave salpò versoi i mari del sub diretta a Tahiti ma durante la navigazione l’equipaggio subì continue crudeltà da parte del capitano e la ciurma decide dunque di ammutinarsi.
Molte furono le scene girate in Polinesia, dove i marinai vennero conquistati dai colori e dalle donne, finendo per narrare di queste nei propri diari, James Morrison, secondo nostromo, scrisse delle giovani donne, dei loro capelli lunghi lasciati in morbide onde e decorati con foglie e fiori profumati.
Tutti noi oggi diamo per scontate queste visioni e per questo non possiamo ringraziare altri se non l’arte, da sempre veicolo di messaggi universali.