Soprattutto in ambito artigianale, infatti, questi si rivelano gli strumenti più adatti per gestire piccoli volumi produttivi in maniera soddisfacente ed economicamente sensata. Si tratta infatti di attrezzi di estrema semplicità costruttiva, che hanno ben poco di diverso dalle normalissime forbici che conosciamo ed impieghiamo tutti, tranne naturalmente una struttura di robustezza ben diversa, indispensabile per poter tagliare lastre e fogli d’acciaio anziché di carta o di stoffa. Per offrire una migliore distribuzione della forza, hanno solitamente manici a leva anziché a occhiello, e dotati di doppie articolazioni così da moltiplicare la forza impressa sul materiale per tagliare più facilmente; inoltre, per motivi di sicurezza, i modelli migliori proteggono la mano dell’operatore dal contatto col metallo appena tagliato (che è affilato quanto le lame) spostando sopra il piano di taglio l’intero blocco dei manici.
E quando parliamo di lame di cesoie, dobbiamo avere ben chiaro che ce ne sono tipi ben diversi, che possiamo far ricadere in generale nelle tre categorie della lame dritte, di quelle curve, e di quelle universali. Le prime hanno la funzione di effettuare tagli lungo un percorso rettilineo, mentre le seconde – disponibili in modelli per girare a destra e altri per girare a sinistra – sono necessarie per praticare dei tagli curvi. Il terzo tipo è invece di efficienza leggermente inferiore, ma ha il vantaggio di poter praticare ogni genere di taglio, sia dritto che curvo. In base alle specifiche necessità del lavoro, le cesoie possono andare dai quindici ai trentacinque centimetri di lunghezza; sono acquistate sempre in corredo con un kit di lime, in quanto è necessario, dopo qualsiasi taglio, limare accuratamente i bordi del metallo perché non siano più taglienti e pericolosi.