Un caso famosissimo, anche se ormai datato, di tale alleanza si ha proprio qui in Italia, all’inizio del secolo scorso, e per la precisione in Sardegna, dove era all’epoca gravissimo un problema sanitario proprio legato alla presenza delle zanzare, ossia la malaria. La piaga era particolarmente grave nella zona dell’Oristanese, dove la presenza di grandi e numerosi acquitrini (quasi novecento, fra cui l’enorme stagno di Sassu, da 2400 ettari) dava luogo a massicce colonie di Anopheles, la specie di zanzara che, appunto, diffonde il germe della malaria. Tane erano le morti, soprattutto fra chi si trovava a passare dalla città, che la zona aveva preso addirittura il nome di “Tomba del Forestiero”. La società che si occupava di bonifiche nel territorio, la SBS, lavorava essenzialmente sul lato idraulico, eliminando appunto gli impaludamenti; ma accolse negli anni venti la proposta del generale Giovanni Marieni di affidare la lotta alle zanzare appunto ai pipistrelli.
Marieni era a conoscenza del lavoro svolto da Campbell negli Stati Uniti, dove nel Texas erano state costruite grandi torri per ospitare questa specie così che divorasse le molte zanzare presenti; e propose proprio la costruzione di strutture simili, i cosiddetti pipistrellai, ciascuno dei quali era progettato per ospitare fino a 50.000 esemplari. Ne vennero installati un totale di cinque, il primo dei quali fu inaugurato nel novembre del 1925. Il generale affermò, correttamente, che gli esperimenti condotti in America dimostravano la bontà del sistema, specie considerando che ciascun esemplare di pipistrello è in grado di divorare in un solo giorno più di 500 zanzare – una necessità, visti i rapidi cicli vitali di questo insetto.