Questa patologia è una malattia degenerativa che colpisce la cornea ed è causata dalla sua debolezza strutturale. Solitamente, la cornea è di forma sferica ma, in questa malattia, essa si assottiglia e poi si deforma.
C’è un’età specifica in cui compare?
L’età dell’insorgenza della patologia è variabile. Solitamente si manifesta attorno ai 12/14 anni, ovvero durante la pubertà. In un buon 85 % dei casi si tratta di una patologia bilaterale e progressiva che, dopo i 30 anni, tende a rallentare.
Quali sono i suoi sintomi?
Inizialmente i sintomi del cheratocono si possono confondere con normali difetti della vista, come ad esempio la miopia. In uno stadio più avanzato si accusa una visione diventa distorta sia da lontano che da vicino. difficile da correggere con lenti o occhiali.
Come si ottiene la sua diagnosi?
La diagnosi del cheratocono si ottiene mediante una visita oculistica ed esami strumentali specifici come la topografia corneale che esamina la curvatura della cornea o la tomografia corneale che esamina lo spessore della cornea. Si tratta di esami non invasivi, di facile esecuzione e ripetibili.
Dopo la diagnosi, il paziente dovrà effettuare visite oculistiche di controllo a distanza di circe 3 mesi per valutare l’evoluzione della patologia.
Qual è la cura più appropriata?
Il cheratocono prevede un trattamento che, varia a seconda dello stadio della patologia e dalla sua evolutività. Allo stadio iniziale non evolutivo, il difetto di vista, si corregge mediante l’utilizzo delle lenti a contatto o degli occhiali. Allo stadio iniziale con evidenti segni evolutivi, che siano strumentali oppure clinici, è maggiormente indicato un trattamento di cross-linking corneale presso strutture specializzate come ad esempio MVM Microchirurgia Villa Massimo a Roma.
Negli stadi molto avanzati della patologia, aggravati da una compromissione dell’acuità visiva, l’indicazione più appropriata è quella del trapianto di cornea. Adesso, è possibile effettuare il trapianto di anche solo una parte di cornea che ha il vantaggio di assicurare una riabilitazione visiva in tempi più rapidi.
Qualche approfondimento sul cross-linking
L’intervento consiste in una applicazione di vitamina B2 sulla parte superficiale della cornea. La vitamina, poi, si attiva mediante l’irradiazione con i raggi UVA in modo tale da determinare delle reazioni biochimiche utili a rinforzare lo scheletro della cornea. L’operazione ha una durata di 40 minuti e si esegue in anestesia topica con colliri, poi occorre applicare una lente a contatto protettiva nei successivi 3 giorni.
Il cross linking si definisce una tecnica conservativa che ha l’obiettivo di arrestare la malattia. In alcuni episodi, la regolarizzazione della superficie della cornea si traduce con un miglioramento della qualità della visita.